domenica 12 ottobre 2008

ART BOX


WWW.ARTBOXPROJECT.EU
ARTBOX è una manifestazione di arte contemporanea che utilizza come luogo di presentazione il container, con tutto ciò che esso evoca: il dono, il viaggio, lo scambio, l’interazione tra l’arte, lo spazio urbano, la cittadinanza.

Il progetto si sviluppa in due direzioni:
ARTBOX
Le installazioni degli artisti piu’ innovativi sulla scena nazionale e internazionale ospitate all’interno di container dislocati nelle piazze della città di Termoli per stimolare il dialogo e la contemplazione dell’arte. A settembre tutti i containers verranno riuniti in un unica struttura compatta per ospitare la giovane creatività molisana. Colmando, così, la cronica mancanza di liberi spazi di espressione.
ARTBOX ITALIA-CROAZIA
Un container invece viene utilizzato come emissario della migliore arte nazionale e come un “pacco” verrà inviato a Dubrovnik. Il gesto, insieme alla richiesta di scambiarsi “doni” tra le due città, contribuirà alla coesione sociale tra le due popolazioni. L’invio di questa sorta di moderno cavallo di troia, al cui interno non le armi ma la migliore arte, è la volontà di uno scambio di riflessioni.
Il progetto è strutturato in una modalità di interscambio, pertanto il comitato scentifico Croato sceglierà l’artista a cui affidare l’allestimento del container per il suo viaggio di ritorno e posizionato in un luogo centrale “la piazza più bella”, e la sua permanenza sarà di almeno 20 giorni. questo scambio avverrà durante tutto l’anno a scadenze regolari.
Il 20 agosto sarà scelto il container da inviare a Dubrovnick.

FESTA DELLE NUVOLE


WWW.FESTADELLENUVOLE.EU
L’identità
…e = congiunzione = necessità di collegarmi alle autostrade della ricerca culturale internazionale mantenendo la mia identità
... i tre puntini mi avvisano che c’è qualcosa, ma non so più cosa...
Da questa necessità di collegamento/condivisione nasce l’esigenza di dover lavorare per la creazione di momenti di incontro nei quali sia possibile dibattere il nostro “chi siamo”, mettendoci in relazione e condivisione con “l’altro”.

1990
“Il disco si chiama le nuvole e sia il titolo che la chiave di lettura sono state prese a prestito dall’omonima commedia di aristofane queste nuvole sono da intendersi come quei personaggi ingombranti ed incombenti sulla nostra vita economica politica e sociale, il cui ruolo fondamentale sembra quello di mettersi tra noi ed il cielo per nasconderci la luce del sole, come fanno quelle nuvole che vanno e vengono senza darci neanche il conforto di una goccia di pioggia. Sotto questo via vai di cirri di lembi di cumuli si muove il popolo, che, per quanto gli è ancora concesso continua a farsi i fatti suoi che però non dimostra una grande vocazione alla protesta purtroppo!!” Fabrizio De Andrè

la costa molisana in festa
Per la prima volta in assoluto, i quattro Comuni della costa molisana – Termoli, Petacciato, Campomarino e Montenero di Bisaccia – si mettono insieme per dare vita ad un Festival delle Arti mai visto.

È la Festa delle Nuvole. Un contenitore unico di musica, teatro, arti visive, performance dal vivo.
Un'esplosione di suggestioni, suoni, colori, sensazioni, emozioni, sperimentazioni, parole, sapori.
Un nuovo viaggio nelle Arti, in cammino verso un distretto culturale evoluto.
La struttura
L’inizio del percorso avverrà attraverso un workshop di documentazione video, la …e-tv (DIARIO DI BORDO DELLA “GENTE DI MARE E DELLE CITTÀ DI MARE”) che ci procurerà i materiali necessari per programmare e progettare il nostro “riscatto” attraverso la creazione di una nuova tradizione.
Contemporaneamente apriremo il nostro territorio ad interventi artistici anche internazionali, per una lettura delle diverse visioni per progettare e attivare metodologie che permetteranno la creazione di esperienze durature nel tempo, e che trovano nella Festa delle Nuvole il punto per la rinascita culturale ed economica dei centri molisani attraverso progetti studiati che possano manifestare al mondo la nostra presenza: “noi ci siamo e siamo vivi”.
L’edizione 2008 sarà articolata in diverse sezioni (o finestre), ognuna con una propria tipicità e una propria anima, a comporre quell'originale mosaico di eventi in un ricco cartellone: suoni, visioni, racconti.

Le finestre sono: Musica, Arte contemporanea, Teatro, Enogastronomia Sensuale.
…e IN CAMMINO verso un distretto culturale evoluto
La cultura va ben oltre l'intrattenimento, porta le persone a pensare, a mettersi in gioco, a sperimentare. Come interfaccia e cerniera tra società ed economia, è la piattaforma per l'innovazione.
Sono queste le premesse con le quali, sulla costa molisana, ha preso vita "…e la Festa delle Nuvole", un inizio di percorso che mira ad includere tutte le forze sociali e culturali, imprenditoriali e formative del territorio nella costruzione di un distretto culturale evoluto in Molise.
La Festa delle Nuvole nasce come laboratorio creativo, nel quale le arti contemporanee possono trasformare una città, un territorio, e metterli in relazione con i poli più vivi e attivi della contemporaneità.
Non è solo una scommessa.
È la dimostrazione dell'attivazione di un laboratorio per lo sviluppo partecipato, che si basa sul tessuto associativo e sulla progettualità spontanea e originale dei giovani.
È la volontà di essere un territorio che accoglie e dialoga con artisti, creativi, studiosi e innovatori da tutto il mondo.
È la convinzione che le arti contemporanee siano una lente per capire il nostro tempo e, quindi, una leva per attivare processi innovativi di sviluppo.
La Festa delle Nuvole è, soprattutto, una Festa per scoprire quanto la cultura conta nella nostra vita e nel nostro futuro.
La risposta delle amministrazioni al progetto di creazione del distretto culturale evoluto ci ha portato a credere che qui fosse possibile mettere in pratica un'altra visione ambiziosa: una Festa capace di raccogliere alcuni dei più importanti protagonisti delle arti contemporanee internazionale e di farci entrare in relazione con un sistema che non è mai stato così dinamico a livello globale e così strettamente legato alla nostra società. È una sfida su cui abbiamo deciso di investire per la nostra passione per il contemporaneo, per il legame così profondo con i percorsi che stiamo compiendo in ambito culturale, per l'elaborazione di strategie di governance, partecipazione e sostenibilità legate allo sviluppo del territorio e alla promozione di nuove progettualità creative.
riqualificazione culturale e sociale del territorio
Tre sono le dimensioni che caratterizzano i processi di crescita della nuova economia della conoscenza:
− attrazione e sostegno della classe creativa, anche attraverso il potenziamento del sistema formativo;
− riconversione innovativa e promozione dell’imprenditoria culturale capace di coniugare ricerca, produzione e commercializzazione;
− capacitazione e inclusione per un miglioramento della qualità della vita e conseguentemente, per una più qualificata domanda di esperienze culturali.
In questo senso, la riqualificazione dei luoghi di archeologia industriale, la riqualificazione e ripopolamento dei piccoli paesi e la loro destinazione a centri di produzione culturale (vedi i progetti di Provvidenti e Macchiagodena) e di incontro sociale danno vita a un circolo virtuoso di conoscenze, competenze, talenti, professionalità, secondo un modello di sviluppo territoriale, in cui la cultura gioca un ruolo centrale e propulsivo, divenendo la piattaforma innovativa dell’intera società.

In poche parole, un distretto culturale evoluto, che permetterebbe non solo di raggiungere gli stessi risultati ottenuti da altre realtà nazionali in termini di occupazione e di crescita culturale, ma di allargare, se non addirittura eliminare, i confini della cultura molisana, innalzandola a patrimonio nazionale e internazionale, a consolidare la presenza, la visibilità e la fruibilità delle arti contemporanee all’interno del territorio molisano ponendolo come luogo di studio e produzione aperto e in dialogo con altre realtà e, in prospettiva, di entrare nel network europeo Trans Europe Halles (TEH), network di centri di ricerca culturali, sperimentazione, produzione e fruizione al quale aderiscono oltre 40 centri culturali indipendenti e multidisciplinari, provenienti da 24 Paesi Europei, con l’obiettivo di sostenere nuovi talenti, promuovere la cooperazione e favorire lo scambio culturale.

OPEN WOUND


www.MYSPACE.COM/OPENWOUNDFESTIVAL

A cura di Raffaella Sottile e Michele Mariano
Sala Espositiva Comune di Santo Stefano Al Mare,
Lungomare De Albertis 4
18010 Santo Stefano Al Mare (Imperia)
20 Agosto 2008
PRESENTAZIONE
Nessuno ha mai visto una giraffa con le ali, ma possiamo immaginarla. Un'immagine viene creata componendo parti diverse, non semplicemente proiettando su uno schermo una foto già pronta in archivio. Le nostre immagini non sono fisse, si muovono, si trasformano, si ricombinano.
L’immagine non è un semplice evento linguistico, con una sua sintassi e una semantica culturalmente modellate ma è anche contenuto ‘mentale’.
l’immaginazione è un modo ordinario del funzionamento del pensiero, osservabile nell’attività dell’artista, dello scienziato, ma pure nella vita quotidiana. Probabilmente tutto il pensiero poggia sulle immagini mentali. Anche se c'è una tendenza plurisecolare a ghettizzare l'immaginario nella zona dell'estetico e dell'artistico, è evidente che l'immaginazione non è una facoltà che si attiva in certi casi speciali. Anzi è la condizione della normale esperienza. L’esperienza, in quanto “rappresentazione interna”, può essere reificata (rappresentata esternamente) attraverso una trasformazione: un linguaggio (comunicazione verbale, corporea, figurativa, musicale, ecc.).

OPEN WOOND il dito nella piaga

«Quale sarà il futuro dell'immaginazione individuale in quella che si usa chiamare la “civiltà dell'immagine”? Il potere di evocare immagini in assenza continuerà a svilupparsi in una umanità sempre più inondata dal diluvio delle immagini prefabbricate? Una volta la memoria visiva d’un individuo era limitata al patrimonio delle sue esperienze dirette e a un ridotto repertorio d'immagini riflesse dalla cultura; la possibilità di dar forma a miti personali nasceva dal modo in cui i frammenti di questa memoria si combinavano tra loro in accostamenti inattesi e suggestivi. Oggi siamo bombardati da una tale quantità d'immagini da non saper più distinguere l'esperienza diretta da ciò che abbiamo visto per pochi secondi alla televisione. La memoria è ricoperta da strati di frantumi d'immagini come un deposito di spazzatura, dove è sempre più difficile che una figura tra le tante riesca ad aquistare rilievo.
Se ho incluso la Visibilità nel mio elenco di valori da salvare è per avvertire del pericolo che stiamo correndo di perdere una facoltà umana fondamentale: il potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, di far scaturire colori e forme dall'allineamento di caratteri alfabetici neri su una pagina bianca, di pensare per immagini. Penso a una possibile pedagogia dell'immaginazione che abitui a controllare la propria visione interiore senza soffocarla e senza d'altra parte lasciarla cadere in un confuso, labile fantasticare, ma permettendo che le immagini si cristallizzino in una forma ben definita, memorabile, autosufficiente, “icastica”.
Ritengo che l’immaginazione abbia un ruolo importantissimo non solamente come facoltà “creativa” o fantasiosa, ma soprattutto come possibilità stessa di fare esperienze. L’integrazione del vissuto soggettivo è resa possibile proprio da questa forma di “pensiero”.
La ferita aperta quindi è una analisi sulle arti che manifestano l’esigenza dell’esperienza , dell’evocare l’immaginazione.
Abbiamo scelto ed aperto finestre sulla letteratura, sulla musica e sulla viedo arte.
OPEN WOUND
Programma:
20 agosto 2008
ore 18.00: inaugurazione mostra fotografica di Raffaella Sottile e Michele Giordana, presentazione di reportage fotografici a tema sociale.
ore 19.00: presentazione del progetto video “Tourn Love To Video” di Christian Rainer
ore 20.00: aperitivo rinfresco
ore 21.00:presentazione del romanzo “GIORGIO PALUDI, 44 ANNI IL GIORNO DEI SANTI” di Fabio Beccaccini
ore 22.00: concerto dei Christian Rainer et Kiddycar con presentazione del disco “How This Word Resounds” (Fridge/Goodfellas)
Info:
Raffaella Sottile e Michele Mariano
Email: openwound@hotmail.it
Sito web: www.myspace.com/openwoundfestival

TURN LOVE TO HATE/TURN LOVE TO VIDEO


TURN LOVE TO HATE / TURN LOVE TO VIDEO (2008)

Musica, testi e arangiamenti di Christian Rainer
Prodotto da Michele Mariano e Komart srl
Stampato da The Patch Horse su licenza Komart Label
distribuito da I.E.G.
L’ALBUM
Il disco contiene 13 tracce interamente composte da Christian Rainer nel corso degli ultimi anni, tutte riunite sotto il nome di Turn Love to Hate.
Si tratta di un progetto in cui i riferimenti alla musica da camera, al cantautorato e al post rock si fondono con molta naturalezza dando vita ad un sound e a delle armonie personalissime.
Tutti i brani sono infatti segnati da una forte identità che in essi si spiega e manifesta connotandoli con le stesse peculiarità di cui è dotato l’ individuo: personalità, pensiero, passione e bisogni.
L’ascolto del disco è un’esperienza analoga a quella di conoscere una persona intimamente e in tutte le sue sfaccettature.
I testi composti in maniera non convenzionale, privi di quelle strutture classiche della canzone pop-rock, sono un tentativo di andare in fondo all’animo umano e a ciò che lo muove, sempre combattutto tra dimensione privata e pubblica, tra fuori e dentro, tra natura e ragione, lasciando così emergere l’innata inadeguatezza dell’ Uomo a stare al mondo: la decadenza è assunta come carattere più significativo dello spirito e animo umano. Il quotidiano prende forma nell’ossessione di doversi abituare alla propria presenza, nell’idea che l’esistenza si limiti alla convivenza con sè stessi, oltre cui non c’è più nulla.
L’Uomo rappresenta per sè stesso il limite che gli impedisce di poter amare e vivere totalmente poichè ogni sua azione è necessariamente il prodotto di un compromesso.
Persino la fantasia non può superare la realtà, facendone interamente parte.
Il titolo fa riferimento alla possibilità di trasformare l’amore in odio, odio per l’amore, quale sentimento supremo ed incontrollabile che assoggetta gli uomini, instillando in loro una sorta di dipendenza da qualcosa che non esiste o di cui non ce n’è mai abbastanza. L’amore esige la perfezione senza offrirla così generando sensi di frustrazione e inappagamento.
Non si può amare e appartenere a nessuno interamente poichè non si può divenatare qualcun’altro, così tutto ciò che ci appartiene può farlo solo per metà.
Un disco intenso ed appassionato che tradisce tutta l’urgenza creativa dell’autore e la sua visione dell’esistenza.
Ospiti: alla realizzazione del disco hanno collaborato, tra gli altri, Marcello Petruzzi (Franklin Delano), Stefano Passini (Caboto), Laura Loriga (Mimes of Wine).

I VIDEO
Parte fondamentale di questa pubblicazione è l’ambizioso ed originale progetto Turn Love to Video per il quale Christian Rainer (autore di tre dei video presenti) ha invitato undici artisti provenienti da varie nazioni europee a realizzare un video su ogni brano dell’album. Tutti e 13 i video sono contenuti in un dvd pubblicato insieme al cd.
A rendere il progetto unico e senza precedenti è innanzitutto l’idea di aver coinvolto non dei registi di videoclip, ma video artisti attivi nel circuito dell’arte contemporanea, ognuno dei quali ha scelto un brano per realizzare un’opera in linea con la propria poetica e ricerca. Infatti alla base di Turn Love to Video c’è innanzitutto l’idea di creare un dialogo tra diverse discipline senza però far perdere loro di autonomia: così come i brani possono essere ascoltati senza vedere i video, viceversa i video possono paradossalmente essere anche visti senza audio.
L’intero progetto ha già iniziato ad itinerare come collettiva di video-arte in musei, fondazioni e gallerie.
Gli artisti invitati
Karin Andesen (Germania/Italia), Andrea Facco (Italia), Flavio Favelli (Italia), Marc Giloux (Francia), Luca Lumaca (Italia), Gianluca Mattei (Italia), Christian Rainer (Austria/Francia/Italia), Shoggoth (Italia), Jerome Symons (Olanda), Cosimo Terlizzi (Italia) Ana Ticak (Serbia/Germania), Juha Van Ingen (Finlandia).
IL SITO
In occasione dell’uscita dell’album e del dvd, è stato realizzato un sito web totalmente dedicato al progetto dove sarà possibile ascoltare i brani, guardare i video, leggere i testi delle canzoni ed entrare in diretto contatto con tutti gli artisti invitati. L’indirizzo del sito: http://www.turnlovetohate.com

CENNI SULL’AUTORE
Christian Rainer (EU, 1976 – ancora vivo) lavora da molti anni come artista visivo, musicista, scrittore, regista e promoter.
Il suo eterogeneo percorso artistico è denso di riferimenti a molte epoche e luoghi ed è proprio questa vocazione all’esplorazione, allo spostamento, a connotarne meglio la natura.
Si tratta di una natura da cui nascono e in cui poi riconfluiscono numerose discipline (scrittura, arte, musica, cinema), tutte quelle di cui Christian Rainer indistintamente si occupa.
Il nomadismo di cui si parla è soprattutto un nomadismo interiore prima ancora che geografico, lì dove il non avere un’ identità definita non equivale a non averne, ma ad averne molte: tante pieghe dello stesso tessuto
tra le quali scoprire sempre qualcosa di nuovo, qualche dettaglio che prima era sfuggito.
In breve la sua ricerca si fonda sull’approfondimento delle realtà visibili, insistendo su di esse, allo scopo di scoprirne gli aspetti più reconditi e inaccessibili.
Christian Rainer ha lavorato nel mondo dell’arte con importanti fondazioni, musei e gallerie e collaborato in numerosi progetti firmati con altri artisti e musicisti.
Discograficamente, dopo anni di sperimantazione dalla musica indipendente a musiche per film, da composizioni per solo piano ad un repertorio cantautoriale acustico, pubblica il primo album “Mein braunes Blut” nel 2002. Seguito da “Ronin” (2004) con la band omonima e i singoli “Low”, “Home Summer”, “Vegetable Man”, “Total Eclipse”, “Elsewhere”.
Nel gennaio 2008 è uscito in vinile l’album di Christian Rainer & Kiddycar “How this word resounds”.
Link per approfondimenti e contatti
www.myspace.com/christianrainer
www.christianrainer.com
www.christianrainernews.blogspot.com

IO PROJECT







prima edizione maggio 2007

WWW.IOPROJECT.EU

Io Project – "Macchiagodena il paese dove non si muore mai"
Seconda tappa, dopo Provvidenti Borgo dell Musica, verso la costituzione di un “centro di ricerca sulle arti contemporanee” CRAC e Distretto Culturale Evoluto, dove le singole specificità dei piccoli borghi molisani si fondono ed interagiscono verso obiettivi che toccano l'arte e la vita.

In particolar modo il CRAC/DCE si determina sul territorio Molisano come spazio dinamico atto a creare una serie di rapporti con musei, artisti, fondazioni, Aziende, Media, Accademie, Conservatori, Enti e organizzazioni al fine di creare eventi legati ad artisti europei ed extraeuropei che abbiano e che influiscono sul clima intellettuale Contemporaneo in ambito arte, cinema, video, teatro e musica.

Interagire con i giovani artisti e organizzazioni per creare con loro nuove operazioni ridefinisce inoltre il campo d’azione del CRAC/DCE, ponendolo in quello della committenza. In questa direzione si inserisce, a esempio, il lavoro svolto nel corso del 2006 con il progetto 4VENTILIVE a Provvidenti, primo tassello di una rinascita di luoghi, estremamente adatti a laboratorio, ma in generale come tutti i piccoli centri molisani. L’ideare e realizzare dei progetti mirati vuol dire svolgere un ruolo attivo nella produzione culturale nazionale ed internazionale e lasciare un segno incisivo per la storia del luogo.

La commistione di linguaggi, lo studio e la pratica della produzione di gruppo, unitamente all'intervento dell TCT (Televisione Contemporanea Territoriale), costituiscono la base del progetto.

IO project, in questo contesto, diventa lo strumento che trasforma il comune di Macchiagodena nel “paese dove non si muore mai”, attraverso lo specifico della fotografia e dell'arte in generale.

sabato 11 ottobre 2008

WHITE CUBE EUROPE



http://www.myspace.com/wceurope

Presentazione Progetto
LA GALLERIA PIU’ PICCOLA DEL MONDO
Il White Cube è una galleria di un metro cubo.
L’obiettivo del White Cube è quello di mettere in pratica l’idea di proposta artistica esportabile, di pensiero artistico applicabile a differenti luoghi. Rientra in fatti nell’idea originale dei promotori di essere divincolati dal concetto di luogo fisico stabile; così, non riconoscendo la standardizzazione dello spazio hanno scelto, con un atto ironicamente provocatorio, di rimpicciolire la galleria. I risultati sono principalmente due: nella pratica, avere un’idea veramente elastica di luogo e, simbolicamente, “ridimensionare” l’importanza che, per interesse, i circuiti ufficiali attribuiscono all’arte, a chi la ospita e a chi la promuove.
Si può produrre arte di un certo livello senza essere obbligati a trappole burocratiche, o soggetti a pressioni economiche e senza il vincolo di un luogo fisico che costringa l’attività della galleria ad un’unica area geografica. Il White Cube è contemporaneamente una galleria e tutte le sue filiali. Il suo scopo non è quello di cercare di mettere sul mercato l’ennesima opera di cui nessuno ha bisogno, ma è quello di far riflettere il pubblico dell’arte contemporanea sulla possibilità di usare il sistema dell’arte preesistente per crearsene uno autonomo. Difatti il White Cube non si propone come luogo esterno, alternativo e quindi in conflitto con gli altri, ma al contrario intende arricchire gli altri luoghi, traendone contemporaneamente vantaggio.
La mini gallery White Cube, rompe quindi il tabù creato dal business artistico che vuole il mercato dell’arte relegato a costosissime fiere (noi ci entriamo e ci installiamo abusivamente o siamo ospitati da altri stand), a particolari concessioni di critici e galleristi con la facoltà di decidere le sorti degli artisti (essendo svincolati da interessi economici, ci proponiamo solo di sostenere gli eventi artistici per il loro valore effettivo).
Purtroppo però l’alternativa all’ufficialità nell’arte è rappresentata spesso da un folto gruppo di reietti e sfortunati artisti che passano il loro tempo a compiangersi.
Il White Cube, per ovviare ad entrambe le situazioni diversamente tristi, si propone di fluidificare l’aspetto burocratico dell’organizzazione di un evento ― agendo da indipendenti ― senza però rinunciare al coinvolgimento di critici, curatori, istituzioni ed artisti che siano, a nostro avviso, rappresentativi di una ricerca di spessore nell’arte contemporanea (è in questo caso, che l’ufficialità farà le nostre veci al fine di dare al progetto la credibilità di cui il pubblico abbisogna).
Escludendo a priori che il valore di un’opera d’arte sia legato alla sua dimensione ed essendo la nostra proposta sempre oculata, di rilievo e coerente, il White Cube può essere a tutti gli effetti considerato una galleria d’arte contemporanea, limitandosi però a prendere da questo appellativo solo gli aspetti più stimolanti e creativi; tralasciando quindi quelli più castranti, meramente amministrativi e burocratici; ovvero tutti i rovesci della medaglia che comporta la gestione di uno spazio.
Il White Cube ha sede ovunque.
Funzioni della rete
L’obiettivo del white cube è di creare una rete cooperativa e comunicante tra le sue diverse sedi, in maniera che, mantenendo lo stesso nome e marchio, il white cube riesca contemporaneamente ad essere presente in molteplici aree geografiche. Lavorando tutti comunemente per un unico progetto, ogni singola iniziativa va ad arricchire il curriculum di tutte le altre sedi. Inoltre i progetti più rilevanti promossi da ognuna delle sedi del white cube, potrà contare sul supporto promozionale di tutte le altre con una conseguente presenza mediatica esponenziale.
Come funziona il White Cube Europe
Il progetto si divide in White Cube Europe Vertice e tutti i suoi satelliti.
White Cube Vertice
Il white cube vertice è una galleria di un metro cubo ideata con l’obiettivo di farla itinerare in base alle esposizioni in programma.
L’idea è quella far scegliere all’artista invitato il luogo più affine al proprio progetto, quindi modificare ad ogni nuova mostra lo spazio dove far svolgere l’evento, nonché l’area geografica. In tal senso è la galleria a raggiungere l’artista e non il contrario.
Le esposizioni in fine potranno avvenire sia come eventi di un giorno che con una durata prolungata sino ad un mese e potranno essere ospitate da luoghi preesistenti così come in luoghi non preposti per manifestazioni artistiche.
La mini galleria ospiterà un artista per volta con cadenza mensile.
Tutti i progetti saranno promossi e curati dallo staff di White Cube Vertice, composto da:
Michele Mariano e Christian Rainer (promoters e curatori), Helena Rusikova (critica e storica dell’arte), Francesca Komel (ufficio stampa e grafica/web design), Antonio Savorelli (logica e programmazione per il web).
White Cube Satelliti
I satelliti del White Cube Europe sono cloni del white cube vertice che verranno costruiti e consegnati a chi ne faccia richiesta, sul modello del franchising. Il white cube satellite sarà stanziale e prenderà il nome della città che lo ospita. A poterne fare richiesta sono sia gallerie private che pubbliche, associazioni o singoli che vogliano intraprendere l’attività di gestione del white cube.
I parametri di assegnazione sono le affinità artistiche ed ideologiche che devono sussistere tra il vertice e chi fa richiesta del white cube. La cura e gestione del white cube satellite è interamente affidata a chi ne entri in possesso con l’unico vincolo di rispettare il copyright degli ideatori e promotori e mantenere una costante nella proposizione di progetti (mediamente 6 all’anno). Ogni gestore di w.c.e. satellite ha totale autonomia ed indipendenza per qualunque implicazione economica (che si tratti di guadagni o spese).
La cessione del w.c. satellite è gratuita e a discrezione dello staff del vertice.
Tutti i W.C.E.S. (satelliti) faranno capo al sito che accomuna tutte le sedi www.whitecube-europe.com . Ogni gestore dei singoli satelliti, sarà dotato di uno spazio all’interno del sito dedicato alla propria attività. I materiali saranno inviati al vertice che provvederà ad inserirli nello spazio ripettivo.
sono già attive le sedi a Bari, Potenza, Pesaro, Bologna e prossimamente a Londra, Barcellona, Berlino.

PROVVIDENTI BORGO DELLA MUSICA


www.PROVVIDENTIBORGODELLAMUSICA:COM


PROVVIDENTI la voce del silenzio

Provvidenti (CB) è un paese della campagna molisana conta non più di 100 anime, mentre il Comune si estende per 14 Kmq. La maggior parte della popolazione è costituita da pastori o contadini; la vita, con le sue abitudini, è scandita dai ritmi rituali della campagna.

IIL PROGETTO

Già la scelta della location per la prima operazione in cantiere, ovvero la fase di "produzione" e di "allestimento", segue fedelmente l'imprinting " romantico " che permea tutto il progetto, 4VENTILIVE http://www.4ventilive.com/

un centro (poco) abitato.

Un Comune di poche anime; un centro toccato da un evento tragico (un terremoto ); una collettività che vuole "resistere"; un comunità che, radicata al "vecchio, crede ancora nella rinascita.

Provvidenti, in provincia di Campobasso, è a pochi chilometri dall'epicentro del sisma che scosse il Molise nel 2002. Quale metafora migliore per descrivere la volontà di rigenerarsi che percorre ciclicamente il mondo della musica? Quale simbolo più appropriato per descrivere il bisogno di ritorno al “passato", ridisegnando un nuovo punto di partenza. per “ascoltarsi” dentro e per fuggire l'ansia del "globale" ?

Un agglomerato di poche case diventa “borgo della musica" http://www.provvidentiborgodellamusica.com/ pronto ad ispirare, attraverso un contatto non mediato con la "natura", le nuove realtà giovanili. Nel silenzio della campagna molisana, gli artisti e i gruppi musicali costruiscono il modo di proporsi, pensano ed elaborano le sonorità con le quali "arredare" il loro live-act. Fondanti gli stimoli e i confronti con addetti ai lavori: ospiti d’eccezione (i nomi di richiamo del panorama musicale italiano insigniti del titolo di CITTADINI ONORARI) e rappresentanti della stampa nazionale sono invitati a soggiornare e a seguire tutte le fasi della produzione; da settembre a novembre 2006, nasce e cresce un laboratorio musicale di sperimentazione.

Ogni anno il Comune di PROVVIDENTI elegge 10/20 Cittadini Onorari , tra produttori e artisti coinvolti nel progetto come parte integrante di esso.



Il Borgo della musica è la prima tappa di un progetto DISTRETTO CULTURALE EVOLUTO che vedrà altre dismissioni di analoga tipologia ma con centralità altre discipline artistiche.

Abbiamo deciso di investire per la nostra passione per il contemporaneo, per il legame così profondo con i percorsi che stiamo compiendo in ambito culturale, per l'elaborazione di strategie di governance, partecipazione e sostenibilità legate allo sviluppo del territorio e alla promozione di nuove progettualità creative.

Riqualificazione culturale e sociale del territorio

Tre sono le dimensioni che caratterizzano i processi di crescita della nuova economia della conoscenza:

− attrazione e sostegno della classe creativa, anche attraverso il potenziamento del sistema formativo;

− riconversione innovativa e promozione dell’imprenditoria culturale capace di coniugare ricerca, produzione e commercializzazione;

− capacitazione e inclusione per un miglioramento della qualità della vita e conseguentemente, per una più qualificata domanda di esperienze culturali.

In questo senso, la riqualificazione dei luoghi di archeologia industriale, la riqualificazione e ripopolamento dei piccoli paesi e la loro destinazione a centri di produzione culturale e di incontro sociale danno vita a un circolo virtuoso di conoscenze, competenze, talenti, professionalità, secondo un modello di sviluppo territoriale, in cui la cultura gioca un ruolo centrale e propulsivo, divenendo la piattaforma innovativa dell’intera società.

In poche parole, un distretto culturale evoluto, che permetterebbe non solo di raggiungere gli stessi risultati ottenuti da altre realtà nazionali in termini di occupazione e di crescita culturale, ma di allargare, se non addirittura eliminare, i confini della cultura molisana, innalzandola a patrimonio nazionale e internazionale, a consolidare la presenza, la visibilità e la fruibilità delle arti contemporanee all’interno del territorio molisano ponendolo come luogo di studio e produzione aperto e in dialogo con altre realtà e, in prospettiva, di entrare nel network europeo Trans Europe Halles (TEH), network di centri di ricerca culturali, sperimentazione, produzione e fruizione al quale aderiscono oltre 40 centri culturali indipendenti e multidisciplinari, provenienti da 24 Paesi Europei, con l’obiettivo di sostenere nuovi talenti, promuovere la cooperazione e favorire lo scambio culturale.